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Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia

520369
Venanzio Giuseppe Sella 50 occorrenze
  • 1863
  • Tipografia G.B. Paravia e Comp.
  • Torino
  • Fotografia
  • UNIPIEMONTE
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Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia

Sia A un corpo luminoso, B un obice, ossia corpo opaco posto avanti al corpo A.

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Un più attento esame dello spettro fece scoprire due altri colori sulle due opposte estremità di esso; cioè al di là della striscia rossa, si scoprì

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ecco le applicazioni al nostro caso.

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La formola si traduce in quest’altra circa. Dunque la polvere della prima gradazione si dovrà ancor pagare L. 9,70 al chilogramma.

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Chiamasi foco principale di una lente il punto F (Figura 17), in cui si riuniscono, dopo la rifrazione, i raggi paralleli al suo asse principale. La

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La distanza tra i due fochi estremi, rosso e violetto, è l’aberrazione cromatica che la lente fa soffrire al fascio di raggi. Questa distanza è

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riducono al minimum l’aberrazione, la trasfigurazione sarà al maximum, e viceversa.

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3° L’immagine di ogni punto luminoso dell’oggetto deve essere formato al punto in cui l’asse del pennello incontra il parafuoco focusing screen.

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queste quantità essendo sufficientemente prossime al vero pel nostro caso. Sostituendole nella formola sopraddetta, si ha:

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circonferenza al centro.

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Questo dipende da ciò che l’affinità chimica è subordinata ad altre forze, come per es. alla forza di gravità, di coesione, alla luce, al magnetismo

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’ozono, ma al sole il coloramento succede prontamente. La carta amido-iodurata all’oscuro non si altera, ma al sole prende una tinta violacea.

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L’aria contiene ancora quantità variabili di vapori acquei. Questi possono essere assai nocivi al fotografo su lamina metallica ed al fotografo su

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diversi autori, epperciò l’operatore quando desidera poter contare sopra una grande esattezza dovrà piuttosto attenersi al peso specifico trovato colla

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5° Quando la lamina sembrasse diventata troppo aspra, fragile, riscaldare nuovamente portandola al calor rosso con carbone di legno;

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di gas sulfurei, non si potrebbero adoperare). Quando si è arrivato al calor rosso nascente, si comprime il tutto sotto di un cilindro di ferro fuso

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e quest'ultimo sale deve essere quello che rimane sul disegno, e che al contatto dell’acido gallico prende la tinta nera.

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Al cautschouc è molto somigliante per le sue proprietà la gutta perca. Questa è solida alla temperatura ordinaria ed al calore dell’acqua bollente si

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Mescolato coll’acido solforico nella proporzione di 2:3 serve al fotografo per rendere fulminante il cotone.

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Le prime due operazioni sono facilissime, non si ha che a riscaldare sino al calor rosso la parte del tubo sulla fiamma della lampada, tenendolo

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I vetri colorati, e le gemme artificiali si fabbricano aggiungendo differenti ossidi metallici al miscuglio di

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Come si può scorgere, questo principio è universale; esso è applicabile non solo alla determinazione degli acidi, che fanno volgere al rosso la carta

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Metti al foco il vetro spulito, o appannato (a) della camera oscura, facendolo avanzare o retrocedere col mezzo della parte mobile della camera, fino

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Questo collodio ha una densità doppia di quella del collodio semplice sopraddetto. Esso può servire a dare al collodio fotografico la consistenza che

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L’alcool, aggiunto in grande quantità sul collodio, agisce sopra di esso modificandone i caratteri fisici al modo che fanno gli alcali, cioè il

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Quando al collodio si vuole aggiungere la massima quantità di alcool si deve osservare che questo sia della massima concentrazione, cioè che sia al

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1a Densità conveniente al collodio. — Solamente nell’operazione di applicare il collodio sul vetro si riconosce se la densità del collodio è quella

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sensibilità, il fotografo deve già aver posto il suo modello al foco della camera oscura, ed ora non deve rimanergli altro a fare, che di dare un rapido

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’apparato, perchè è possibile mettere al foco col solo movimento a ingranaggio che ha l’oggettivo, e che quando si hanno solo oggetti lontani a ritrarre

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La luce elettrica potrebbe pure servire al fotografo, ma questa sarebbe troppo costosa per un tal servizio. Alcuni si servono della artificiale che

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soluzione al 4 per 100 di nitrato d’argento preparata a bella posta, non ottenuta dilungando il bagno che avesse servito a sensibilizzare il collodio, e si

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Collodio secco al tannino.—Nelle Photographic notes del 1861, N° 118, noi troviamo descritto il procedimento del collodio secco al tannino del

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Terminata la soluzione si passa per tela, e si conserva al bisogno.

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Fatta preventivamente una soluzione satura di acido gallico, al momento di sviluppare l’immagine su carta si aggiunge al liquido 1/100 del suo peso

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Quando si ravvisa convenevolmente sviluppata, la prova si lava nell’acqua al riparo dalla luce, rinnovando due o tre

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Si termina l’opera facendo riscaldare dolcemente la prova per renderla di una trasparenza perfetta, confaciente al suo uso di produrre le positive.

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stato normale, si può senza inconvenienti portare la soluzione del cloruro di sodio sino al grado 8° dell’areometro, e si possono ancora ottenere

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Si deve sempre incominciare ad applicare sulla carta il cloruro di sodio, e dopo si passa al nitrato d'argento.

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Se l'immagine al sortire dalla macchina a copiare potesse rimanere inalterata, niuna operazione fotografica sarebbe più

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la sua azione colorante diventa sempre maggiore. La sua concentrazione può essere ridotta al 10 per 100 quando è nuova, e deve servire nei casi

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Si termina fissando la prova nell’iposolfito al 15 % al modo ordinario.

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. Così le une fanno volgere il disegno al blù, le altre al rosso od al giallo. Perciò quando l'operatore, nel far voltare il colorito di una prova

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prove si lascia tirare al giallo, al rosso, al blù, al violetto e quindi al nero puro o mescolato con rosso, giallo e blù, in un numero indefinito di

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oltrepassare certi limiti. Se si arriva al nero olivastro, non si potrà ritornare indietro al nero puro, e da questo sarà più difficile ritornare al color

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Ora si può esaminare la prova al libero contatto della luce, essa è fissata. E se si trova che è ben riuscita sarà pregio dell’opera il fissarla col

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Ciò che i fotografi su lamina designano col nome di cloruro d’oro è una preparazione dovuta al signor Fizeau, la quale si può ottenere

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Sembra, dice il D. Wood autore di un procedimento analogo al precedente, che il sale d’argento impressionato debolmente dalla luce, ed in un grado

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Questi fatti indussero l’autore di questo trattato a fare alcune esperienze per ottenere delle positive al bicromato di potassa.

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Per sensibilizzare la carta si opera al lume di una candela nel modo seguente:

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Si pone un foglio di carta in un bagno di nitrato di uranio al 10 per 100, si estrae, si fa seccare al buio, e si espone sotto di una negativa alla

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